Grande partecipazione, di soci e non, del Comitato Dante Alighieri di Siracusa alla Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, appuntamento annuale sulla tradizione culinaria italiana all’estero, nata sulla scia dell’EXPO di Milano del 2015, che quest’anno ha come tema “A tavola con la cucina italiana: il benessere con gusto”e che intende sviluppare di volta in volta quelli che rappresentano i capisaldi del “mangiare italiano” quali: qualità, sostenibilità, cultura, sicurezza alimentare, diritto al cibo, educazione, identità, territorio, biodiversità.
Parimenti al processo di internazionalizzazione della cucina italiana, si assiste, tramite le attività di specializzazione all’estero di giovani cuochi italiani al fenomeno della cucina fusion, esempio di buona pratica di ibridazione culturale che vede insieme nelle nostre tavole accanto al lessico, prodotti e metodi di cottura importati dall’estero, con grande maestria degli chef che rielaborano in chiave contemporanea ricette tradizionali (tartare, hummus, crumble, salse vegane sushi rivisitato..).
L’VIII Settimana della Cucina Italiana nel Mondo ha preso il via il 16 novembre con un mini stage presso il laboratorio dello Chef Antoine Pantano, che anche quest’anno ha dato tutta la sua disponibilità al Comitato e dove gli studenti stranieri della Dante Alighieri hanno imparato a preparare prelibatezze della tradizione gastronomica siciliana, come gli arancini di riso, le scacce ragusane il biancomangiare.
Il 17 novembre, l’attenzione si è spostata alla Dependance di Villa Reimann a Siracusa, dove Anna Martano, Prefetto per la Sicilia dell’Accademia Italiana Gastronomia e Gastrosofia, ha affascinato il pubblico con una riflessione approfondita sul gusto e la sostenibilità del cibo siciliano.
La Martano ha evidenziato i tre pilastri fondamentali di questa cucina: la territorialità, la sostenibilità e la riduzione degli sprechi. Durante la conferenza, sono emersi spunti interessanti su come riappropriarsi dell’essenza della cucina territoriale, utilizzando al massimo le risorse locali e contribuendo così alla salvaguardia del pianeta. Le immagini proiettate hanno suscitato il desiderio di riscoprire piatti quasi dimenticati, aggiungendo un tocco visivo coinvolgente all’evento.
La settimana si è conclusa, in modo memorabile, presso il Feudo Bauly, nei pressi di Palazzolo, con un’esperienza quasi surreale nel Bosco, dove il proprietario ha condotto i partecipanti all’incontro con il suino nero, presidio Slow Food, che è alimentato a ghiande con rigidi parametri di allevamento e che vive liberamente nel vasto bosco di querce. Dopo una lunga e ossigenante passeggiata abbiamo degustato un menu con prodotti locali, dal tartufo nero degli Iblei, alle carni suine del posto, concretizzando così l’autenticità e la ricchezza della cucina locale. Un evento che ha coniugato la tradizione culinaria con la consapevolezza ambientale, creando un’esperienza indimenticabile.
Insomma, La cucina è solidarietà, conoscenza e dialogo tra i popoli, inclusione sociale e per dirla con un proverbio che si confà perfettamente al nostro essere siciliani:
“A colui che bussa alla porta non si domanda Chi sei? Gli si dice Siediti e mangia”
Arrivederci al prossimo anno!