Incontro di alto spessore culturale quello avvenuto tra i soci del Comitato Dante Alighieri di Siracusa e il Professore Salvatore Italia, presso il Grand Hotel Villa Politi il 19 maggio scorso. Nella sua presentazione al graditissimo ospite, la nostra Presidente Prof.ssa Mariateresa Mangano ha riportato le parole di Gianni Letta, che definisce il professore Salvatore Italia come un esploratore alla ricerca delle sorgenti del Nilo, per la passione con cui ha ricoperto la carica di alto dirigente del Ministero dei Beni Culturali, uno dei maggiori esperti di legislazione nazionale e internazionale dei beni culturali, oltre che Consigliere centrale e Soprintendente ai conti della Società Dante Alighieri. L’idea di fondo che ha tutto l’agire del professor Italia è l’idea che ci si debba prendere cura del bene culturale, col fine ultimo di tramandarlo alle nuove generazioni. È il concetto di bene da tramandare non è limitato solo ai beni immobili, di cui il nostro paese è così ricco, ma anche ai beni immateriali, quali le eccellenze enogastronomiche, le tradizioni artistiche e culturali, I saperi antichi, tutte pietre miliari della nostra identità nazionale. Un altro tema che si evince dal suo lavoro è l’idea del bene culturale che possa diventare il volano per l’economia dell’Industria turistica del nostro paese. Tra l’altro, come sottolineato dalla Presidente, proprio per educare le nuove generazioni al mantenimento dei beni culturali, un ruolo di primo piano ha ormai la scuola italiana con i numerosi progetti che tendono all’assunzione di consapevolezza, da parte delle nuove generazioni, di ciò che ci circonda, basti pensare al Progetto “Adotta un monumento”.
La dottoressa Ciurcina, nostra socia, presentando il volume, ha sottolineato come la preservazione del patrimonio culturale, sottolinei il rispetto di un patrimonio unico da tramandare ai nostri figli e che la storia di un popolo si fondi anche sulle radici della sua identità. Illustrando come nel volume il Professor Italia analizzi la legislazione in difesa dei beni culturali dai tempi dei romani fino alle leggi nei primi 30 anni del secolo scorso, si sottolinea come, addirittura già con il Codice Giustinianeo, risultasse l’obbligo per i proprietari di riparare edifici ammalorati e il divieto di spostare statue in luogo pubblico e con Bolle Papali del XIV e XV secolo si vietasse la demolizione di edifici antichi. Fino a giungere al ventennio fascista e alla legge 1.089 del 1939 nella quale si dettano norme precise per la tutela del patrimonio culturale, effettuando anche una categorizzazione dei beni.
Il Professore Italia, dal canto suo, ha posto l’accento su come debbano essere classificati I luoghi di cultura, inserendo in graduatoria al primo posto i Musei, poi le Biblioteche, e gli Archivi.
In particolare i Musei, luoghi dove preservare opere rilevanti artisticamente, sono da considerarsi una tipologia di struttura al servizio della società, con scopi di educazione, quale che sia la sua categoria, che sia archeologico, scientifico, pinacoteca, sempre nell’ottica di fornire un servizio alla società. In tema di tutela della cultura, il museo sotto tutte le sue forme, assurge così a centro ideale, nell’accezione moderna che preveda anche servizi al passo con i tempi.